“mariopischeddainmovement”, smemorato di Collegno, improbabile autore, cortocircuitista della parola, in sovrappeso, in una età che avanza, ha deciso di aderire a sé in un mondo di espropriati di identità, fotografa in disordine, canta in solitudine e coltiva senza additivi chimici, l’arte è di tipo istantaneo e nella immagine e nella parola e nel suono e nel video, persegue un progetto entropico, asistematico e disordinato, caotico e stoico, rivoluzionario e conservatore, non ha archivi né più ricordi che vanno man mano affievolendosi, ogni momento è l’inizio della perenne contraddizione del vivere effimero di ognuno e della tautologia costante e inutile dell’arte e questa angoscia disperata e disperante è quanto cerca di testimoniare nelle rare occasioni che gli vengono concesse o che gli si presentano… perché tutto è molto inconsistente ed effimero etc. etc. etc. etcì.”